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DESCRIZIONE
Ad un paese che meriterebbe tanto ed altrettanto poco.
Il titolo contiene un termine dall’origine poco chiara.
Paradossalmente ho scelto di sfruttare quest’incertezza etimologica per rendere meglio l’idea del senso che ho voluto dare alla composizione.
Il termine “elegia” in origine indicava un componimento letterario legato all’intenzione di “parlare bene (di qualcuno)” e/o “lamentare”. Più tardi in ambito musicale finì per riferirsi a composizioni dedicate a qualcuno particolarmente caro o, in generale, dal carattere sentimentale.
Ho dato al mio modo di vedere Raffadali la forma di una marcia sinfonica: dai potenziali pregi che faticano ad emergere alla ricerca massificata e al mantenimento ad oltranza dello status quo di turno che dia un senso di garanzia e sicurezza, spesso apparente. I nostri tramonti sono di una bellezza straordinaria, il problema è che qui un po’ tutte le cose belle prima o poi tramontano. In fondo c’è un motivo se non riusciamo ancora a prevenire che il traffico intasi le vie principali alle 18.30, no? Ci chiediamo cosa non vada, ma siamo così presi dalle sicurezze che se individuiamo anche solo vagamente la soluzione non possiamo o non vogliamo fare a meno di ricadere in quella spirale da cui forse non usciremo mai. Ma che ci frega? A noi sta bene così, anzi ci piace proprio e quasi quasi ne andiamo meschinamente orgogliosi e ostentiamo ciò in modo ridicolmente pomposo. Uno stupido giochetto tra la speranza in qualcosa di migliore e un non so che abbastanza comune e carogna che cambia le carte in tavola quando gli pare e, beffardo, lascia presagire sin da subito le sue intenzioni.
RECENSIONI E COMMENTI
★★★★★ voto degli utenti: 5 su 5 stelle